La Dott.ssa Cristina Giannini è Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale e riceve su appuntamento a Milano in via Settala, 6 (fermata M1 - Porta Venezia).
È laureata all'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, indirizzo Psicologia Sociale e dello Sviluppo.
Iscritta all'Albo degli Psicologi della Regione Lombardia con n.11683
È specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale presso la Scuola di specializzazione "Psicoterapia e Ricerca" di Milano.
Durante la specializzazione ha svolto attività di ricerca presso U. O. di Psichiatria dell'Ospedale S. Paolo di Milano in collaborazione con l'Ambulatorio per lo studio e la cura dei disturbi alimentari e attività clinica presso l'ASL Città di Milano, Consultorio Familiare Integrato - distretto 5.
La Dott.ssa Giannini offre consulenza individuale o di coppia, a persone di tutte le età. Ogni singola richiesta viene affrontata caso per caso, cercando una terapia adeguata alle esigenze del paziente.
"Siamo quello che pensiamo. Tutto ciò che siamo nasce con i nostri pensieri. Noi creiamo il nostro mondo".
Nella vita può capitare di passare un momento di crisi o di stress, nel quale ci si sente in difficoltà. Rivolgendosi a uno psicologo è possibile intraprendere due tipi di percorso.
Il sostegno psicologico è un’attività di supporto che lo psicologo offre con l’obiettivo di riacquisire e mantenere un equilibrio psicologico, agendo sui punti di forza del paziente. Richiede un numero contenuto di incontri, a seconda della necessità.
La consulenza psicologica o counselling, invece, è un parere professionale che lo psicologo dà su contesti specifici (relazioni, famiglia, lavoro, scuola). L’obiettivo di una consulenza psicologica è fornire alla persona gli strumenti giusti per cercare nuove strategie con le quali risolvere, in tempi relativamente brevi, lo stato di malessere provato.
In entrambi i casi non esiste una patologia vera e propria.
In entrambi i casi non si tratta di un “consiglio”. Lo psicologo non dà “consigli”. È sempre il cliente che prende le decisioni. Il lavoro che viene svolto è quello di focalizzare, tramite una riflessione, gli aspetti psicologici delle difficoltà riportate; per farlo, si promuovono, si implementano e si incoraggiano le risorse e gli atteggiamenti positivi che ogni persona ha.
La psicoterapia cognitiva comportamentale è un approccio terapeutico e si basa su un modello scientifico del quale è stata dimostrata l'efficacia clinica.
E' particolarmente efficace nel trattamento dei Disturbi d’ansia (Attacco di panico, Ansia generalizzata e Fobie, per fare qualche esempio) e di problematiche depressive, come indicato dalle linee guida internazionali.
Il trattamento cognitivo comportamentale, inoltre, è indicato per il Disturbo Post traumatico da Stress e i Disturbi del comportamento alimentare .
Capita, in alcuni momenti della vita, di adottare e amplificare comportamenti ed emozioni disfunzionali. Questi pensieri e comportamenti sono il risultato di uno stile di pensiero cognitivo consolidato.
La psicoterapia cognitivo comportamentale prevede non soltanto un sollievo e una riduzione dei sintomi presentati a inizio trattamento ma permette un cambiamento più ampio e profondo dei processi psichici che hanno portato all’insorgenza del disturbo.
La sofferenza psicologica è causata da un errato funzionamento dell'interazione tra pensieri-emozioni e comportamento, cosa che genera a sua volta, e viene generata, da un'interpretazione non corretta degli eventi.
La terapia consente di interrompere i circoli viziosi di pensiero e formulare schemi di pensiero alternativi e più funzionali.
Il fine ultimo della terapia non è la cessazione della sofferenza psicologica, ma l'acquisizione di strumenti che permettano di gestirla al meglio ogni volta che si presenta.
I primi incontri sono colloqui di consultazione psicologica. Con l'aiuto attivo del paziente, lo psicoterapeuta inquadra in maniera chiara gli elementi che il paziente sente come problematici. Al termine di questa prima fase lo psicoterapeuta restituisce quanto emerso, riformulando le difficoltà del paziente secondo il modello cognitivo. Quindi, propone un piano di trattamento per obiettivi che, insieme agli strumenti per raggiungerli, deve essere condiviso e accettato dal paziente.
Successivamente durante le sedute settimanali, di circa 50 minuti, verranno trattate le difficoltà presentate. I pensieri saranno sottoposti a un continuo processo di verifica e messa alla prova così da accertare la loro utilità nella vita del paziente.
La terapia cognitivo comportamentale non è una chiacchierata settimanale, bensì un impegno costante e attivo da parte di paziente e terapeuta, in un clima collaborativo.
Gli obiettivi vengono raggiunti attraverso la seduta in studio e con compiti mirati da svolgere durante la settimana. Questi compiti servono a mettere alla prova e a sperimentare quanto discusso in seduta, oltre che a incoraggiare soluzioni alternative rispetto agli schemi consolidati di comportamento e di pensiero.
La psicoterapia termina al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Dopodiché, i colloqui si diradano e sono orientati a consolidare i risultati ottenuti e a evitare ricadute.
Secondo la documentazione presentata dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e dall'Istituto Superiore di Sanità, la psicoterapia cognitivo comportamentale è il trattamento d'elezione per i Disturbi d’ansia e risulta molto efficace nelle problematiche depressive.
L'ansia è una complessa combinazione di emozioni. Spesso è accompagnata da segni somatici che indicano un'iperattività del sistema nervoso autonomo. In generale, questi segni somatici si manifestano con la classica risposta del sistema simpatico di tipo "combatti o fuggi". Gli schemi disfunzionali dell'ansia determinano una sopravvalutazione dei segnali di pericolo e una sottovalutazione delle capacità personali di fronteggiare il pericolo stesso.
L'ansia si distingue dalla paura vera e propria per il fatto di essere aspecifica, vaga e derivata da pensieri automatici negativi e da circoli viziosi di mantenimento.
I principali disturbi d'ansia sono il Disturbo da Attacchi di Panico con o senza Agorafobia; Fobia Semplice e Fobia Sociale; Disturbo Ossessivo – Compulsivo; Disturbo Post Traumatico da Stress e Disturbo Acuto da Stress; Disturbo d’Ansia Generalizzato.
Alcuni dei principali disturbi d'ansia (Disturbo da Attacchi di Panico con o senza Agorafobia; Fobia Semplice e Fobia Sociale; Disturbo Acuto da Stress; Disturbo d’Ansia Generalizzato) hanno un corollario di sintomi fisici che causano una sofferenza acuta e uno stress intenso al corpo e alla mente, peggiorando la qualità della vita di tutti i giorni. Il corpo si prepara ad affrontare una situazione di pericolo, pompando il sangue più velocemente al proprio interno. Questo causa la sintomatologia classica dell'ansia, senza però che una reale minaccia sia presente. Le emozioni negative conseguenti generano circoli viziosi che si automantengono e peggiorano i sintomi.
Si può curare l'ansia? Sì, si può e si deve. Ciò avviene senza bisogno di una bacchetta magica ma dando ai pazienti gli strumenti per fronteggiarla al meglio.
I Disturbi dell'Umore sono una vasta classe di disturbi che hanno come base comune delle alterazioni o anomalie del tono dell’umore dell’individuo (tristezza/felicità). La severità del disturbo sta nel fatto che queste alterazioni sono tali da causare alla persona disfunzioni persistenti, un disagio marcato e un cattivo adattamento alle condizioni ambientali di vita, con ripercussioni nelle relazioni e/o in ambito lavorativo.
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM IV - TR) all'interno di questa macrocategoria si possono osservare i diversi tipi di depressione (Unipolari e Bipolari, a loro volta suddivisi in sottocategorie come la Depressione Maggiore, il Disturbo distimico, i Disturbi bipolari con o senza episodi maniacali, il Disturbo ciclotimico, e i Disturbi NAS). Ogni disturbo ha un quadro psicopatologico a sé stante.
Per la cura delle depressioni, la psicoterapia cognitivo comportamentale utilizza tra le basi teoriche) il modello di A. Beck, che concettualizza le caratteristiche del disturbo, parlando di triade cognitiva, schemi depressogeni, errori nelle elaborazioni dell'informazione e modalità organizzative cognitive.
Tutti attraversiamo periodi di tristezza, nei quali ogni cosa ci sembra andare per il verso sbagliato e ci mancano l'entusiasmo e l'ottimismo.
Si tratta, però, di momenti che non alterano in maniera significativa le nostre relazioni o il nostro lavoro. Ci alziamo dal letto la mattina, andiamo a lavorare e ci occupiamo delle nostre faccende consapevoli che il momento passerà.
Nel caso di una persona che soffre di un Disturbo dell'Umore questo non avviene e l'aiuto di uno specialista è consigliabile.
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono complesse patologie da cui derivano distorsioni nel rapporto con il cibo, con il peso e con l'immagine corporea.
Il peso, tuttavia, non è un marcatore clinico imprescindibile dei disturbi del comportamento alimentare: anche persone di peso corporeo normale possono essere affette dalla patologia.
Comunemente, si distinguono quattro tipi di DCA:
Anoressia nervosa
Bulimia
Binge eating (disturbo da alimentazione incontrollata)
Altre forme: disturbi sottosoglia, forme ibride e Nas (disturbi alimentari non altrimenti specificati o disturbi del comportamento alimentare-Nas)
Questi disturbi hanno cause multifattoriali, comprendenti fattori psicologici e biologici.